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Il territorio

Marina di Camerota

Per chi la vede per la prima volta, Marina di Camerota offre l’incanto semplice delle cose desiderate e sognate. Molti anni fa Marina di Camerota era pressochè uguale. La sua bellezza è rimasta incontaminata. Qualche villaggio, ben inserito nell’insieme, si è aggiunto a completare l’armonia del paesaggio.

Il porto turistico è tra i più moderni e attrezzati della zona; nuove banchine pontili mobili per le barche da diporto lo rendono più ricettivo e adatto alle nuove esigenze. Marina di Camerota è, però, sempre la stessa: un mare azzurro intenso, a cui fa eco e contrasto il più tenue colore del cielo e tantissimi villaggi dove trascorrere le proprie vacanze.

Il Cilento

Pochi conoscono realmente il Cilento, altri lo confondono, forse perché non ha mai avuto confini precisi. Ancora meno conoscono il Parco del Cilento, oltre 100.000 ettari dalla costa tirrenica fino ai piedi dell’Appennino campano – lucano.

Il Cilento si presenta ad un viaggiatore attento come un ambiente in cui il confine fra mito, storia e paesaggio si stempera e si confonde. Se il viaggiatore giunge dal mare le spiagge e le scogliere, le falesie e le grotte si confondono con il verde degli ulivi e della macchia, se invece arriva in treno o in auto, entra attraverso piccoli borghi incuneati nelle strette valli fluviali, o costeggiando le spiagge di Paestum.

Ancora oggi i miti si confondono con le certezze della storia a dare anima e nobiltà ad un paesaggio eccezionale, vario e movimentato: Palinuro ed Enea, Ercole e i Vastasi (giganti del monte della Stella), l’arcangelo Michele e i dolmen di San Mauro Cilento, la sirena Leucosia, sepolta, si racconta, nei pressi di Castellabate.

Le torri di guardia, frutto dell’azione di difesa delle popolazioni costiere contro le incursioni saracene, costruite dai privati e da università prima del 1566, e dopo questa data per ordine del Regno di Napoli, lungo tutto il litorale da Paestum a Policastro, oggi occhieggiano attraverso qualche residenza privata, o qualche night alla moda, oppure hanno lasciato sul terreno solo misere testimonianze, restano comunque soffuse di un vago romanticismo per quello che hanno rappresentato.

Il Cilento è soprattutto colline e montagne, se del paesaggio non facessero parte piccole piane costiere ed il Vallo di Diano, una grande pianura interna, un tempo occupata da un lago, oggi scomparso. Frastagliati i rilievi e continuo il susseguirsi di dorsali montuose: alcune con versanti ripidi e scoscesi, e colline rotondeggianti, variamente orientate, ed incise da un fitto reticolo idrografico. Un territorio ricco di contrasti, dove l’altimetria passa alquanto velocemente dalle sabbiose coste ai quasi duemila metri (1.899, per l’esattezza) del monte Cervati, e delle altre cime: il monte Alburno (1.742 metri), il monte Gelbison (1.705 metri), concentrate verso l’interno, e il monte Bulgheria (1.224 metri) e il monte della Stella (1.130 metri), isolate, che scendono verso il mare creando suggestive coste alte e rocciose.

Il Cilento è drenato da pochi bacini idrografici: l’Alento, il Lambro e Mingardo, il Solofrone, il Testene, la Fiumarella, il Bussento verso il Tirreno, il Calore, il Sammaro ed il Tanagro verso il Sele.


Circa ottanta chilometri di costa che regalano lunghe strisce di spiagge, alla foce dei principali corsi d’acqua, l’Alento e il Mingardo, scogliere e falesie anche spettacolari come Punta Tresino vicino Agropoli, protetta anche in mare da una zona di tutela biologica, di Punta Licosa, delle Ripe Rosse di Montecorice e soprattutto della Costa degli Infreschi.

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